L’associazione “Adusa” è nata dall’idea di alcuni cittadini che vogliono diffondere e difendere la cultura della “Famiglia” nel suo sviluppo, tutelando la crescita e il suo percorso con interventi legislativi mirati, in particolare, sostenendo le famiglie monogenitoriali colpite da una separazione-divorzio o vedovanza.
La nostra associazione ha il fermo proposito di contribuire a risvegliare nell’attuale società quelle coscienze sociali ed istituzionali che ruotano intorno all’insostituibile istituto famigliare, promuovendo iniziative legislative, sociali, incontri pubblici, relazioni e quant’altro utile per unire e non dividere la famiglia. Ogni famiglia porta su di sé le speranze, le fatiche, le contraddizioni dei veloci mutamenti di questa epoca, ma non ha ancora un peso adeguato dentro la società e non è ancora soggetto primario delle scelte politiche.
E’ opportuno che siano attivate nell’immediato ai diversi livelli istituzionali adeguate politiche familiari promuovendo la salvaguardia della cultura familiare non assistenziale, ma invece infusa dei valori e delle risorse di cui ogni famiglia è portatrice. La famiglia infatti è fondamento della società, tutto ruota intorno a sé, luogo di nascita, crescita della persona nella sua globalità, condizione primaria di relazionalità, punto di incontro e di confronto tra le generazioni, fonte di benessere psicologico, etico sociale, culturale, economico, unico nucleo primario e fondamentale della comunità. Siamo convinti che ci sarà molto da lavorare, ma come dice un proverbio, “chi comincia bene, sta già a metà dell’opera”.
Noi dell’Adusa siamo certi di questo, vogliamo crescere insieme, rispettando le attuali leggi costituzionali per farle rendere operative, denunciando i bisogni reali della famiglia e delle sue carenze, correggendo, intervenendo presso quelle forze politiche parlamentari cristiane e laiche sensibili, animate di buona volontà ed ottimismo della ragione, affinché si intervenga con tempestività con nuove proposte di leggi a sostegno della famiglia ed in particolare per quelle monogenitoriali, aventi come capi famiglie le madri sole, in particolare le “casalinghe”. Basti pensare che la femminilizzazione della famiglia monoparentale generalmente riversa su tutto il nucleo lo svantaggio sociale ed economico che caratterizza la condizione femminile.
Da questo nasce il bisogno di appoggiarsi alla famiglia d’origine da parte delle madri sole con figli, che scelgono spesso la coabitazione. A tale proposito va segnalata la mancanza di norme legislative volte a favorire l’inserimento lavorativo delle madri sole, a garantire il pagamento degli assegni di mantenimento da parte dei padri, a intervenire socialmente ed anche economicamente per tutelare i bisogni specifici di questa categoria di famiglie di donne sole, casalinghe lasciate al proprio destino dalle istituzioni che a tutt’oggi hanno fatto poco o niente con azioni di tutela e di salvaguardia di questo importante e delicato istituto.
Molte ricerche concordano nel ritenere che i nuclei con un solo genitore in particolare la figura di madre siano poco garantiti sul piano sociale e si trovino a rischio povertà come le donne anziane sole, o comunque di declassamento sociale inseguito alla separazione divorzio, da qui, l’ultimo colpo di grazia che viene dato alle madri-donne sole, in particolare le casalinghe, giunge dall’attuale mondo del lavoro, che li penalizza escludendole dal mondo del lavoro in quanto non più giovani.
Noi della Adusa diciamo che occorrono immediati correttivi per eliminare questa maggiore vulnerabilità al femminile quando la famiglia si spezza, per ridare dignità e decoro, speranza di sorridere di nuovo alla vita, insieme con i figli.